
La magistratura ha supplito e surrogato il controllo antimafia che avrebbe dovuto suggerire a Mascaro maggiore accuratezza e controllo preventivo nella scelta dei candidati a suo sostegno, per poi subirne l'intervento successivo senza sentire il dovere di chiedere scusa ai lametini. Invece, si sente addirittura in dovere di schermarsi dietro incomprensibili interventi accusatori che tirano in ballo la senatrice Doris Lo Moro, la cui attività politica cristallina è stata di recente gratificata dalla guida della speciale commissione al Senato per le intimidazioni agli amministratori, attività improntata alla legalità e alla trasparenza al servizio della propria comunità. Addirittura si permette di attaccare il presidente della Regione Oliverio che ha ereditato una situazione amministrativa disastrosa su tutti i fronti e che quotidianamente è in campo per cambiare il destino della Calabria, con impegno e coraggio.
Ci dica, Mascaro, i nomi di questi presunti mafiosi che comiziavano con la dirigenza del centrosinistra in piazza a Lamezia, invece di brandire ritagli di giornali a supporto di analisi fuori contesto. Come nel caso delle illazioni rivolte all'assessore regionale ai Lavori pubblici, Nino De Gaetano, che non è stato destinatario di nessun avviso di garanzia e ha già preannunciato querele in merito: le accuse lanciate da Mascaro sono una strumentalizzazione volgare di indiscrezioni giornalistiche infondate. Il Partito democratico è punto di riferimento indiscusso della legalità e della lotta a tutte le mafie. Stia tranquillo Mascaro che su questo versante, e non solo su questo, il nostro partito e la nostra dirigenza sono granitici e coesi. Non si può dire la stessa cosa, data la confusione e le divisioni della coalizione di centrodestra. Noi continueremo uniti su questa strada per la realizzazione del progetto democratico che il centrosinistra ha affidato al candidato sindaco Tommaso Sonni, per una Lamezia ancora più progredita e sviluppata, che possa guardare al futuro con fiducia e speranza”.